domenica 25 novembre 2012

Canile intercomunale a Buriano

Sindaci e società che gestisce la discarica ne stanno parlando




MONTECATINI - Basta con i trovatelli a quattro zampe spediti a Reggio Emilia. Dopo anni di spese aggiuntive e difficoltà di monitorare gli animali chiusi nella struttura di Madonna di Guadalupe, ecco che la soluzione, per il territorio dell’Alta Valdicecina, potrebbe essere vicina.
Si chiama canile intercomunale e per la prima volta i sindaci di Pomarance, Montecatini, Volterra e Castelnuovo stanno veramente parlando di un progetto concreto, da realizzare vicino alla discarica di Buriano, nei terreni comunali di proprietà del Comune guidato dal primo cittadino Sandro Cerri.
«Ne abbiamo cominciato a parlare all’Unione Montana e poi durante un consiglio di amministrazione di Asv, la società che gestisce la discarica: spero che questo progetto sia portato avanti, perché serve», spiega Cerri. E va nello specifico: «Il problema dei randagi da noi esiste e dover appoggiarci su un canile a Reggio Emilia, sicuramente, comporta spese aggiuntive che oggi più che mai devono essere evitate». Si tratterebbe di dare gambe a una struttura che potrebbe sorgere vicino alla discarica.
Positivo verso il progetto anche il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni. «Sul territorio serve un canile intercomunale, stiamo cercando di capire se ci sono tutti i requisiti per portare avanti questa intenzione comune». Il canile che verrà dovrebbe essere gestito dalla stessa Asv.
«Il problema è stato sollevato dai Comuni soci – commenta il direttore della società Augusto Mugellini – per adesso è solo un’ipotesi tutta da valutare». E puntualizza: «Sicuramente il nostro terreno è tutto occupato dalla discarica e passerebbero anni prima di renderlo agibile per realizzarci un canile. Al momento le due cose sono incompatibili, salvo che non si trovino altri spazi adiacenti».

Da "Il Tirreno" di Domenica 25 Novembre 2012

domenica 11 novembre 2012

Un centro per assistere i malati di amianto a Pomarance, lo annuncia il sindaco.

Il monitoraggio indica che il problema è diffuso in tutta l’area

POMARANCE - Dai libri matricola di Enel, Isolver, poi Atisale e Società Chimica al reclutamento di 987 ex lavoratori esposti all’amianto. Comincia così la presentazione del progetto di sorveglianza sanitaria di lavoratori ex esposti ad amianto, previsto nel piano integrato di salute della Regione, dopo 3 anni di attività.
L’incontro è e al Teatro Florentia di Larderello. «Dal 2010 ad oggi tutte le realtà industriali in qualche modo connesse all’amianto sono state monitorate ed è emerso che in tutta l’Alta Valdicecina esistono, in modi più o meno gravi, problemi di salute di ex lavoratori, connessi all’amianto», dice il sindaco di Pomarance Loris Martignoni.
Che non manca di impegnarsi ufficialmente nel reperimento di fondi per realizzare un centro di area nella città di Volterra che assista tutti gli esposti al materiale killer dell’Alta Valdicecina.
«Un po’ con le risorse geotermiche, grazie al Cosvig e poi cercando altre risorse lo possiamo realizzare: i nostri malati devono avere un punto di riferimento di zona», aggiunge.
La parola ai dati. «Esperienze analoghe, insieme alle richieste avanzate da organizzazioni sindacali, comitati e amministrazioni – spiega Lucia Turini del dipertimento prevenzione della Asl - hanno indotto la Regione a costituire un gruppo di lavoro per realizzare programmi di sorveglianza su ex esposti amianto».
Sono stati reclutati, in totale, 987 ex lavoratori, residenti in Alta Valdicecina. Di questi sono stati visitati dall’unità funzionale Psll di Volterra i 637 soggetti che hanno aderito, cioè il 65,5 %, con un’età media di 64 anni.
Dalla ricostruzione delle storie lavorative è emerso che l’85% degli ex lavoratori visitati è stata esposta all’amianto e il 31% presenta alterazioni dovute a patologie connesse all’amianto.
I quadri diagnostici confermano una presenza importante dell’amianto come fattore di rischio pregresso nelle aziende del territorio e indicano per tanto l’utilità dei interventi di tutela della salute condotti attivamente e gratuitamente. «Sono state evidenziate situazioni di alterazione e segnalate all’Inail e sono state effettuate 160 denunce di malattia professionale», continua Turini.
Dopo una prima certificazione del dipartimento di prevenzione la palla passa all’Inail, ente deputato al riconoscimento delle malattie professionali.
«Per il prossimo anno vorremmo prolungare il monitoraggio e cercheremo di migliorarlo», prosegue Franco Del Chiaro, responsabile del dipartimento della prevenzione.
«Si conferma l’impegno da parte delle istituzioni - aggiunge Sabina Ghilli, direttore della Società della salute - è importante sapere che c’è un impegno forte dell’Asl per mantenere il lavoro fatto».
Il momento storico è forse cruciale, dal 22 al 24 novembre, a Venezia, si terrà un convegno promosso dal Ministero della Sanità sul tema “amianto”.

Da "il Tirreno" di Domenica 11 Novembre 2012

venerdì 2 novembre 2012

«Lo stesso che mi accusa ha votato sì all’amianto»

Il sindaco sulla discarica di bulera




POMARANCE «Proprio Pruneti che mi accusa di aver deciso di far portare terra con amianto a Bulera è stato uno dei consiglieri di Unione democratica che ha votato l’emendamento che sanciva questa decisione».
Tra ironia, imbarazzo e stupore il sindaco di Pomarance Loris Martignoni rinvia al mittente, nella fattispecie a Simone Pruneti, capogruppo dei Democratici, l’accusa di aver intrapreso una strada che mette in pericolo la salute pubblica.
Una decisione presa nel luglio 2011 - a protocollo -, con un emendamento votato all’unanimità dal consiglio comunale.
È lo stesso primo cittadino a spiegare: «O chi accusa non ha capacità amministrative, oppure si fa speculazione mentendo, sapendo di mentire», premette e va nei dettagli.
Spiegando che la discarica del Bulera, con annessi e connessi da una trentina di anni raccoglie rifiuti, speciali e non. Il protocollo di intesa tra Comune, Provincia e azienda proprietaria della scarica non prevedeva, all’inizio, che al Bulera si potesse portare terra con amianto.
In relazione allo smaltimento di tale rifiuto nel luglio 2011 fu fatto un emendamento alla delibera, votato all’unanimità. «Ci sono gli atti pubblici, al momento in cui si votò il protocollo l’amministrazione non aveva proposto che al Bulera si potesse portare terra con amianto, ci fu una discussione e fu proposto un emendamento, ma non dalla maggioranza.
Per noi non c’era alcun problema perché sempre, in questi anni, le ditte della zona hanno potuto conferire nella discarica del Bulera rifiuti di ogni tipo, tossici e nocivi, quello che non si è mai concesso a ditte non della zona.
Questa linea non l’ho mai condivisa, un rifiuto è pericoloso per sua natura non perché viene dal territorio o da fuori - continua Martignoni - se ci sono le condizioni per ospitarli li ospitiamo, altrimenti non li ospitiamo, chiaramente previa la necessaria verifica tecnica della Provincia. Questo abbiamo fatto.
E ci siamo adoperati per una gestione tecnicamente valida della discarica da parte dei proprietari la Società Chimica».

Da "Il Tirreno" di Venerdì 2 Novembre 2012