mercoledì 22 gennaio 2014

Tares, il sindaco azzera le polemiche del Pd

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Martignoni: sugli aumenti si dicono cose fuorvianti e prive di fondamento, ecco la realtà
 
POMARANCE - La miccia che accende il dibattito politico si chiama Tares. Il sindaco Loris Martignoni ribatte punto per punto alle questioni che nelle passate settimane gli erano state poste da alcuni esponenti della minoranza, in primis il capogruppo Pd Marco Garfagnini. 
«Quando l'attuale segretario del Pd riporta sui giornali notizie fuorvianti e prive di fondamento è doveroso ricondurre i fatti alla verità – afferma - mi riferisco in modo particolare alla sua dichiarazione sul maggior costo che i cittadini sosterrebbero per evitare qualunque aumento della tassa sui rifiuti a carico di Enel. Ebbene credo che oltre 60 mila euro in più di Tares dovuti dall'azienda (questi i dati reali), rappresentino un tributo di non poco conto. 
La legge attuale, nel predisporre i settori merceologici cui applicare i coefficienti riferiti alla produzione di rifiuti, raggruppa insieme attività industriali, artigiane e edili e la piccola e media impresa in generale. Pertanto un ulteriore aggravio sulla Tares in quel settore sarebbe andato a discapito non tanto di Enel, quanto delle piccole realtà produttive locali già abbastanza tartassate e spesso in odore di chiusura». Va ancor più nello specifico. 
«Riguardo l'affermazione circa l'opportunità che tramite risorse disponibili su altre voci di bilancio (ad esempio la cultura e di conseguenza l’installazione della Rotonda ) si potesse alleggerire la Tares. A tal proposito, se da un lato preme ricordare che la legge sulla Tares impone che il costo per la gestione dei rifiuti sia a totale carico dei cittadini, dall'altro chi conosce il bilancio comunale sa che questo si compone di capitoli dedicati a specifici servizi e che non è possibile distogliere a piacimento risorse da un capitolo all'altro». 
Martignoni e la giunta sono consapevoli dei sacrifici della popolazione. «Un sacrificio imposto alla cittadinanza a causa di una legge del governo centrale quanto mai farraginosa e che non ha consentito, per più ragioni, ulteriori ponderazioni che potessero attenuarne gli effetti». Sulle accuse di cattiva informazione: «Anche un surplus di informazione, che oggettivamente per l’evolversi dei fatti non poteva essere puntuale, non avrebbe avuto l'effetto di ridurre l'imposta». 
Quindi replica alle accuse secondo cui l’attuale amministrazione porterebbe avanti le proprie scelte – vedi Tares - sempre in solitudine. «Sia in consiglio comunale, sia nelle varie commissioni comunali che precedono la discussione in consiglio, nessun suggerimento propositivo e nessuna osservazione negativa sono pervenute dal gruppo del Pd» chiude Martignoni.

Da " Il Tirreno" di Martedì 22 Gennaio 2014

venerdì 17 gennaio 2014

Lampo Green Gas sì della Regione al nuovo impianto

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Pomarance: all’attività di produzione di anidride carbonica si legano a pieno regime quindici posti di lavoro.

POMARANCE - Un ok alla Valutazione d’impatto ambientale (Via) liberatorio, quello dato dalla Regione all’impianto per il recupero e la purificazione di anidride carbonica della Lampo Greengas. 
Sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana (Burt) si è ufficializzata una decisione attesa da ben cinque anni e che promette di portare nuovi posti di lavoro a Pomarance. 
«Finalmente è arrivato il via libera – spiega il sindaco Loris Martignoni –, ma che fatica che abbiamo fatto. I tempi della burocrazia sono troppo lunghi e di questo passo il Paese ne soffrirà in maniera irrimediabile». 
Lampo Greengas dovrà affrontare un ulteriore passaggio prima dell’inizio dei lavori dell’impianto: la conferenza dei servizi per la concessione mineraria. Poi potrà cominciare le operazioni di realizzazione dello stabilimento all’interno del Pip di Larderello, collegato con la centrale di Valle Secolo. 
A regime troveranno lavoro in maniera diretta circa quindici persone, con l’aggiunta del personale necessario per il trasporto dei contenitori dell’anidride carbonica. Un elemento che serve per il settore dell’antincendio, con l’impiego per le sostanze contenute all’interno degli estintori, ma anche per il comparto alimentare se si pensa agli involucri in plastica utilizzati per contenere alcune tipologie di cibo. In tutto, la produzione di anidride carbonica sarà di 60mila tonnellate all’anno, con dodici mezzi che usciranno ogni giorno per la distribuzione del “prezioso” materiale. «Possiamo tranquillamente definirlo prezioso, senza dubbio – afferma Martignoni –. Almeno per il nostro territorio. 
Questo impianto porterà posti di lavoro, servirà a imbottigliare l’anidride carbonica senza che venga liberata in atmosfera e non ci saranno più perforazioni nel sottosuolo. Una boccata d’ossigeno importante per Larderello, Pomarance e l’Alta Valdicecina. Ma per arrivare a questo risultato siamo stati costretti ad aspettare ben cinque anni. Tempi troppo lunghi per un’economia che viaggia a velocità infinitamente superiori». Che aggiunge: «La nostra fortuna è stata che l’anidride carbonica utile per il business della Lampo si trova praticamente solo nel nostro territorio. Altrimenti avrebbero investito da un’altra parte. E noi avremmo perso questa opportunità che, anche se non è risolutiva per la crisi economica, è comunque un tassello importante in un quadro occupazionale e lavorativo non ottimale». 
E conclude: «Tiriamo un sospiro di sollievo per come sta andando a finire la vicenda. I lavori potrebbero iniziare alla fine di febbraio e in pochi mesi l’attività potrebbe finalmente cominciare così come la Lampo Greengas l’aveva pensata alcuni anni fa».

Da "Il Tirreno" di Venerdì 17 Gennaio 2014

martedì 14 gennaio 2014

Martignoni - «Il piano cave l’abbiamo ereditato e non è definitivo»

2680 POMARANCE IL SINDACO MARTIGNONI REPLICA ALLE ACCUSE: «RISPETTATE CONDIZIONI DI LEGGE»

«IL PIANO cave è una situazione ereditata, partita già sette anni fa e che ora è in fase di valutazione». A dribblare le pesanti accuse che un gruppo di ambientalisti rivolge direttamente al Comune di Pomarance sul nuovo piano cave è direttamente il primo cittadino del borgo geotermico Loris Martignoni. 
La situazione è sì spinosa, ma il sindaco assicura che il suo municipio non ha agito nel silenzio più totale, respingendo così gli attacchi mossi dai cinque residenti che hanno già presentato ricorso al Tar: «Il Comune ha rispettato tutte le condizioni di legge imposte dall’iter – spiega Martignoni – la programmazione è partita durante la precedente legislatura e gestita dalla Regione e principalmente dalla Provincia di Pisa, che ha in mano direttamente la programmazione in materia di escavazioni. 
Durante questi 7 anni, i due enti hanno svolto le loro indagini che sono poi state recepite dal Comune, inserendo il piano cave attraverso una variante all’interno del nostro regolamento urbanistico. 
Il Comune ha svolto il percorso seguendo i vari step imposti dalla legge, anche con le apposite pubblicazioni». Martignoni fotografa la situazione attuale del nuovo piano cave: «I tecnici hanno individuato nell’area di Santa Emilia l’esistenza di un possibile giacimento da mettere in coltivazione. 
A breve daremo il via ad un incontro per valutare l’avvio di una valutazione di impatto ambientale ed ognuno può ancora presentare le proprie valutazioni. Se poi si presenteranno le condizioni di legge perché quel sito venga aperto e coltivato, ovviamente dovranno essere messe in atto tutte quelle prescrizioni che risultino meno impattanti per l’ambiente. 
La situazione richiede il massimo equilibrio fra il mantenimento del livello occupazionale e le tutele per le strutture ricettive che gravitano nella zona e per coloro che hanno a cuore il paesaggio in cui vivono», chiude Martignoni.

Da "La Nazione" di Martedì 14 Gennaio 2014

domenica 12 gennaio 2014

«Una cava pro ambiente» I volantini dei dipendenti della Ditta Granchi

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I lavoratori della ditta Granchi tappezzano Pomarance per spiegare il progetto «Niente impatto visivo importante e recupero del verde dell’area estrattiva»  

 

 

POMARANCE - La questione è calda. E alimenta grossi malumori a Pomarance. Da una parte il Comitato degli agriturismi che ricorre al Tar contro il progetto della cava di S. Emilia, dall’altra ci sono i lavoratori della ditta Granchi le cui prospettive occupazionali “pendono” e “dipendono” da quell’attività estrattiva. 
Sono proprio loro (o almeno così dice la firma) ad aver tappezzato il borgo geotermico con tanti volantini in cui si spiega il progetto. 
Un sito di cava che, a detta loro, avrà a cuore l’ambiente. «Dal punto di vista morfologico, la futura area estrattiva può essere raffigurata come una "cava di pianura", impostata in un contesto pianeggiante che, necessariamente, dovrà essere coltivato mediante la realizzazione di più fronti temporanei di cava ubicati ad un livello inferiore rispetto al piano di campagna originario. 
Facendo proprie le motivazioni e le preoccupazioni ambientali e paesaggistiche che hanno il piano di coltivazione articolato sulla realizzazione di due Lotti, in modo da evitare la realizzazione di fronti di scavo estesi ed i lotti suddivisi in settori. Tutto ciò di fatto, limita l'escavazione a modesti settori dell'area di coltivazione, consentirà di evitare un impatto visivo decisamente importante». 
E ancora, vanno nello specifico: «Verrà effettuato un veloce ripristino, vegetazionale e cromatico, dello stesso settore in coltivazione: si comprende facilmente come l'impatto visivo dell'attività estrattiva verrà ridotto ai minimi termini e rappresenterà un impatto solo temporaneo. Infatti svilupperà per strisce di larghezza non superiori a 30 metri; a sua volta, ogni striscia verrà articolata in settori di larghezza non superiore a 20 metri». Ogni settore di coltivazione, quindi, si svilupperà su di una superficie di circa 600 m2 che potrà variare in più o in meno, in relazione all'andamento del limite di coltivazione dell'area estrattiva. «Una volta raggiunta la quota di fondo scavo, si procederà al parziale riempimento del settore "già coltivato" con il terreno vegetale precedentemente accantonato. 
La sistemazione del terreno, sia limoso che vegetale, avverrà andando ad occupare all'incirca la metà della striscia coltivata in modo da ottenere un piano sufficiente a garantire, all'occorrenza, nella futura utilizzazione agricola, anche arature profonde. E cosi' via, fino ad esaurimento dei settori. 
Tenendo conto che l'obiettivo finale del recupero ambientale dell'area estrattiva consiste, oltre che nel garantire la stabilità del versante interessato dalle operazioni di coltivazione, nella ricostituzione di una copertura vegetale stabile e in armonia estetica e qualitativa con il paesaggio vegetale, saranno eseguiti interventi di preparazione del terreno per consentire le operazioni di rinverdimento e di riforestazione dell'intera area estrattiva oggetto di recupero ambientale».

 

Il sindaco Martignoni - «Sarà una decisione tecnica e ponderata»

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Una decisione critica e importante. Che deve tener conto di interessi contrastanti e legittimi da ambo le parti: nel mezzo ci sta il Comune di Pomarance, con il sindaco Loris Martignoni a fare l’ago della bilancia. 
«Dico a tutti di stare tranquilli, non sarà una decisione avventata: sicuramente per la concessione delle coltivazioni sarà necessaria una nuova valutazione di impatto ambientale con cui capiremo meglio le condizioni positive e negative della questione». 
Il primo cittadino ci tiene a sottolineare che si tratterà di una decisione tecnica, che non ha niente di politico. «Questa programmazione territoriale era già stata avviata anche nella passata legislatura, a settembre quando abbiamo approvato la variante al regolamento urbanistico che ha portato all’approvazione del piano cave, abbiamo solo portato avanti tecnicamente un iter provinciale e regionale cominciato prima di noi». Provincia e Regione danno l’ok. 
Il Comune si accoda e non può fare diversamente, dice Martignoni. «Dobbiamo operare nella legalità e nei termini di legge: questo vuol dire che l’imprenditore, in questo caso Granchi, oggi ha diritto di chiedermi la coltivazione della cava e mi potrebbe chiedere danni se io non procedessi». 
Il sindaco non dimentica l’aspetto occupazionale: «A quella cava sono legati oltre una ventina di posti di lavoro: quello che possiamo fare è prevedere tutta una serie di prescrizioni alla ditta Granchi, nel momento della concessione. Questo sì che è fattibile, e saranno prescrizioni che vanno in direzione della tutela dell’ambiente e del nostro territorio a vocazione turistica». 
Per Martignoni ben venga un ricorso al Tar: «Avremo una valutazione importante in più».

Da "Il Tirreno" di Domenica 12 Gennaio 2014

venerdì 3 gennaio 2014

Nuove imprese e posti di lavoro

Martignoni Il passato e il futuro nelle parole del sindaco Loris Martignoni

POMARANCE - In questi giorni arriverà il verdetto. Prima di annunciare di tentare o meno il mandato bis, il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, ha bisogno di verificare «la disponibilità di risorse umane qualificate per affrontare ancora in maniera responsabile un progetto così impegnativo», rivela. 
Poi si lascia andare in un bilancio 2013, guardando l’anno appena cominciato e la fine del primo mandato all’orizzonte. 
In questo anno di crisi generale, come avete provato ad aiutare i cittadini? 
«A Pomarance dal 2009 non c'è stato alcun aumento della pressione fiscale ad eccezione dei tributi imposti dal governo; sono aumentate invece le risorse da distribuire tramite il servizio sociale alle famiglie in stato di bisogno, abbiamo costruito le case dell'acqua che permettono un consistente risparmio ai cittadini, incrementato il trasporto pubblico gratuito, messi a disposizione oltre 120 alloggi di edilizia popolare ed emessi una serie di bandi in aiuto alle popolazioni in difficoltà. Inoltre abbiamo creato reti e sportelli di ascolto, la casa della salute». 
Da ora alla fine del mandato arriveranno nuovi servizi nel capoluogo e nelle frazioni?
«Sono in preparazione ed esecuzione una serie di progetti: manutenzione straordinaria delle strade comunali extraurbane e di alcuni tratti all'interno dei paesi di Pomarance,Montecerboli e Serrazzano, costruzione area camper e spogliatoi del Don Bosco a Pomarance, il primo lotto dell’area "Rotonda" a Montecerboli, il fosso di guardia per il risanamento della zona "Fontanelli" a Montecerboli", lo chalet del tennis a Larderello, la cappella del cimitero ed opere accessorie a Pomarance, San Dalmazio e Montecerboli, illuminazione pubblica a Libbiano, strada per le scuole a San Dalmazio». 
Economia e occupazione? 
«Si prevede il rilancio del settore socio-economico con l'arrivo di nuove imprese ed opportunità di lavoro sul territorio, ripresa del turn over in Enel ed in Scl anche perché alla fine, l'elemento fondamentale per lo sviluppo dei territori sarà la creazione del lavoro». 
Esistono progetti mai partiti datati 2013? 
«Non ci sono progetti naufragati, ma operazioni in ritardo sui tempi di esecuzione previsti, causa ritardi nella concessione dei finanziamenti ed impedimenti normativi, tipo il parcheggio Piazzone a Pomarance, quello denominato Acquarella a Montecerboli, il secondo lotto della rotonda a Montecerboli e la piazza di Lustignano. I lavori saranno fatti nel 2014, alcuni sono in gara». 
Continua a sostenere la scelta dell'Unione Montana? 
«Strategicamente la scelta dell'Unione è giusta e credo che sarà vincente, le difficoltà riscontrate si inquadrano nell'incertezza delle regole, dei tempi ed in una mancata riforma seria e delle autonomie locali. I contributi previsti per le Unioni dei quali abbiamo beneficiato ci hanno consentito più impegno nell'esecuzione dei servizi legati alle funzioni che abbiamo associato come la Pubblica istruzione ed il settore scuola. 
Maggio è vicino: ha intenzione di ricandidarsi? Mi definisca in 3 parole l’ esperienza di primo mandato.
«Non abbiamo ancora deciso il nostro impegno per il futuro. Comunque per me è stata un’esperienza sfidante, complessa ed estremamente impegnativa».


I motivi di orgoglio: dal piano Larderello all’operazione frane

L’orgoglio della fascia tricolore. Quello del sindaco Martignoni abbraccia la conclusione dell'operazione “Rivivere Larderello”: vendita alloggi, risistemazione strutture pubbliche (scuole, piscina, palestra, cinema) manutenzione e strade. «In 4 anni abbiamo reso pubblico il villaggio "Michelucci" concludendo un'operazione che si trascinava da oltre 20 anni senza soluzione di continuità», commenta. 
E ancora tra le operazioni sul podio lo start-up del progetto di raccolta differenziata porta a porta su Pomarance e la messa in servizio dell'isola ecologica. E ancora estensione e ottimizzazione degli impianti di teleriscaldamento sul territorio, compresa la costruzione della centrale a biomasse a Micciano.
Martignoni guarda con orgoglio anche l'ottimizzazione degli impianti di distribuzione della risorsa idrica con rivisitazione e manutenzione straordinaria di tutta la rete, adduzione di nuova risorsa, creazione di nuove infrastrutture, abbattimento dell'arsenico nell'acquedotto della Carlina e risistemazione del deposito di San Dalmazio, in attesa della costruzione da parte di Asa dell'acquedotto Ponteginori-Volterra che renderà la Valdicecina autonoma ed autosufficiente. 
In ultimo c’è il progetto con la Provincia di Pisa che dopo 25 anni toglierà le frane dalle strade: un’operazione da oltre 2 milioni di euro.

Da "Il Tirreno" di Venerdì 3 Gennaio 2014