martedì 14 gennaio 2014

Martignoni - «Il piano cave l’abbiamo ereditato e non è definitivo»

2680 POMARANCE IL SINDACO MARTIGNONI REPLICA ALLE ACCUSE: «RISPETTATE CONDIZIONI DI LEGGE»

«IL PIANO cave è una situazione ereditata, partita già sette anni fa e che ora è in fase di valutazione». A dribblare le pesanti accuse che un gruppo di ambientalisti rivolge direttamente al Comune di Pomarance sul nuovo piano cave è direttamente il primo cittadino del borgo geotermico Loris Martignoni. 
La situazione è sì spinosa, ma il sindaco assicura che il suo municipio non ha agito nel silenzio più totale, respingendo così gli attacchi mossi dai cinque residenti che hanno già presentato ricorso al Tar: «Il Comune ha rispettato tutte le condizioni di legge imposte dall’iter – spiega Martignoni – la programmazione è partita durante la precedente legislatura e gestita dalla Regione e principalmente dalla Provincia di Pisa, che ha in mano direttamente la programmazione in materia di escavazioni. 
Durante questi 7 anni, i due enti hanno svolto le loro indagini che sono poi state recepite dal Comune, inserendo il piano cave attraverso una variante all’interno del nostro regolamento urbanistico. 
Il Comune ha svolto il percorso seguendo i vari step imposti dalla legge, anche con le apposite pubblicazioni». Martignoni fotografa la situazione attuale del nuovo piano cave: «I tecnici hanno individuato nell’area di Santa Emilia l’esistenza di un possibile giacimento da mettere in coltivazione. 
A breve daremo il via ad un incontro per valutare l’avvio di una valutazione di impatto ambientale ed ognuno può ancora presentare le proprie valutazioni. Se poi si presenteranno le condizioni di legge perché quel sito venga aperto e coltivato, ovviamente dovranno essere messe in atto tutte quelle prescrizioni che risultino meno impattanti per l’ambiente. 
La situazione richiede il massimo equilibrio fra il mantenimento del livello occupazionale e le tutele per le strutture ricettive che gravitano nella zona e per coloro che hanno a cuore il paesaggio in cui vivono», chiude Martignoni.

Da "La Nazione" di Martedì 14 Gennaio 2014

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