mercoledì 1 agosto 2012

Unioni di fatto: ora a Pomarance si può

Il consiglio comunale approva il registro, a settembre arriva il regolamento Il sindaco: la politica deve essere laica al servizio di tutti, la religione è personale

POMARANCE «La politica deve essere laica, nell’interesse di tutti, mentre la religione è e deve restare all’interno di una sfera personale».
Con questa premessa il sindaco di Pomarance Loris Martignoni apre definitivamente il “suo” Comune alle unioni di fatto. E dal consiglio comunale del 19 luglio scorso la mozione-proposta fatta da Marcello Cerri, membro del gruppo di minoranza “Unione democratica” e appartenente al Partito Socialista Italiano, passa a maggioranza, con sole due astensioni. E addirittura prima del clamore che sull’argomento si è sollevato a Milano, ecco che il territorio geotermico firma un grande segno di civiltà. Per il futuro del territorio e di tutte quelle persone che vivono insieme, siano esse eterosessuali che omosex.
«Abbiamo deciso di volare alto rispetto a tutte le eventuali polemiche spicciole – spiega il cattolicissimo primo cittadino –. Si tratta di una decisione non personale ma di progresso e di civiltà». Entro la fine di settembre la materia avrà un suo regolamento preciso.
«So bene – continua – che il registro delle unioni di fatto ha un valore puramente simbolico, il resto va sancito da parte dello Stato e deve diventare legislatura». Un primo passo è stato fatto, intanto. In attesa che qualcosa a livello governativo si muova.
«Oggi bisogna capire che si tratta di un aspetto necessario che risponde alle esigenze di tante persone – va avanti –. Per quanto ci riguarda la discussione in consiglio ha avuto tanti elementi di convergenza e devo dire che questa amministrazione, pur avendo elementi religiosi e cattolici, ha capito che la politica deve essere portata avanti in maniera laica, nell’interesse di tutti, per dare risposte alle esigenze di ognuno. La sfera religiosa è personale e là deve restare, senza influire nelle scelte».
Dal canto suo anche nel maggio scorso il consigliere di minoranza Marcello Cerri, nel fare la sua proposta, aveva puntato il dito sulle necessità e sulle risposte ai cittadini. «Sarebbe un modo per aiutare tante coppie che convivono e sono di fatto una famiglia, senza essere sposati», aveva detto. E ancora: «Il registro delle unioni di fatto è presente essenzialmente nelle città più importanti d’Italia. Per noi sarebbe un bel passo avanti sotto l'aspetto culturale.
A Pomarance ci sono tante coppie che vivono insieme. Sarebbe un riconoscimento del loro status e un piccolo, ma significativo contributo da parte del Comune per una definizione di questa situazione su cui si discute da anni in Italia».
Cerri aveva inserito l'argomento in uno dei passati consigli tra le comunicazioni iniziali in cui sia la maggioranza che l'opposizione propongono iniziative. «Avevo ricevuto un'apertura da parte della maggioranza rispetto a questo tema», commentava mesi fa. L’apertura c’è stata. Concretamente.
Con un atto formale passato dal consiglio comunale (con sole due astensioni) e prima della fine di settembre a sancire definitivamente l’avvio del registro ci sarà anche il regolamento. Un insieme di regole che sanciranno come iscriversi al registro. E soprattutto chi può farlo.
Ma il sindaco già chiarisce che si tratta di un registro aperto a tutti, a 360 gradi. «Sarà un registro aperto a qualsiasi unione di fatto, senza alcun pregiudizio».

Da "Il Tirreno" di Mercoledì 1 Agosto 2012

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