mercoledì 6 aprile 2011

Il boro Scl nell’emergenza Giappone

Il prodotto di Larderello contro le radiazioni dell’impianto di Fukushima.
Il sindaco Martignoni: tramite l’ambasciata è stato siglato un accordo, segno tangibile che l’azienda sta crescendo.

La Società Chimica è la migliore al mondo nella produzione della sostanza

LARDERELLO. Giappone chiama, Scl risponde. L’emergenza terremoto e poi quella tsunami e la conseguente tragedia legata alla radioattività della centrale nucleare di Fukushima hanno portato Tokyo a chiedere l’aiuto dell’azienda di Larderello per una fornitura di boro che aiuterà a riportare la normalità nella provincia del Sol Levante.
«La Società Chimica, infatti, è la migliore al mondo nella produzione di questa sostanza - ha spiegato il sindaco di Pomarance Loris Martignoni - e tramite l’ambasciata giapponese e il loro ministero dell’industria è stato siglato un accordo per la fornitura in un Paese la cui industria è praticamente paralizzata».
Il Boro marchiato Scl, secondo quanto spiegato, ha una qualità elevatissima, grazie alla grande attività di ricerca dell’azienda.
«Fra l’altro - ha proseguito il sindaco - Scl sta già operando sul boro 10, l’elemento che sarà utilizzato nelle centrali di quarta generazione».
Senza entrare in troppi tecnicismi, il motivo per cui l’industria nucleare giapponese ha richiesto il boro made in Larderello è legato all’acqua contenuta fra il reattore e il nucleo. «Questa contiene proprio la sostanza in questione - ha sottolineato Martignoni - e la sua funzione è quella di raffreddare l’impianto. Cosa fondamentale in questa fase nella specifica situazione di Fukushima. Più alta è la qualità del boro, migliore sarà l’operazione di raffreddamento. Ecco, perché è stata chiamata in causa la Scl. Oltre al fatto che questo materiale è giunto in Giappone da ogni parte del mondo, ma desso le scorte cominciano a scarseggiare».
Scl ha tentato a lungo di entrare nel mercato giapponese, ma nonostante tutto non era mai riuscita ad agganciare il filone giusto. L’azienda di Larderello è già fornitrice di boro in esclusiva della Edf, la società che gestisce le centrali nucleari transalpine. Adesso avrà l’opportunità di misurarsi con una realtà estremamente in difficoltà e sotto la lente d’ingrandimento di tutto il mondo. «E’ una bella sfida - afferma ancora il sindaco - ma già il fatto di essere stati chiamati testimonia la crescita di questa azienda che solo pochi mesi fa era in grosse difficoltà».
Martignoni sottolinea la bravura di chi guida Scl in questo momento, ma rivendica anche l’operazione di salvataggio dello stabilimento della Valdicecina condotta in porto con l’aiuto di tante parti in causa. «Abbiamo lavorato molto per giungere a questo accordo - riprende - con grandissime difficoltà, ma basandoci sostanzialmente su dati di fatto inequivocabili. Questa azienda aveva la struttura, la capacità e il mercato per far bene. Non è stato semplice, perché mettere insieme così tanti enti in ambito delicato come quello economico, ma anche quello ambientale ha richiesto una concertazione di alto livello. Ma poi, quando si raggiungono questi risultati e quando ci si trova a queste prospettive che senza dubbio poteranno crescita a una delle realtà industriali più importanti della nostra zona, la sensazione di aver vinto una scommessa è enorme. Ora starà a chi guida Scl a confermare quanto di buono è riuscito a fare fino a questo momento e a garantire sviluppo a uno dei punti di forza della nostra economia».

Da "Il Tirreno" di Mercoledì 6 Aprile 2011


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