giovedì 27 ottobre 2011

Unione dei comuni - Tempi ridotti, Volterra e Castelnuovo latitano

LN304F

Decisione entro un mese. Martignoni: chi è fuori perde la gestione politica del territorio

 

 

POMARANCE. A Montecatini se ne parla stasera in un’assemblea pubblica, dopo aver fatto un consiglio comunale a tema. L’interesse verso la trasformazione della Comunità Montana in Unione dei Comuni è tanto anche nei Comuni di Monteverdi e Pomarance. Latitano Castelnuovo e Volterra.
E’ direttamente il sindaco pomarancino Loris Martignoni a scandire i tempi di questa trasformazione. «Il 31 dicembre per legge la Cm va in commissariamento».
Lui, al timone di una lista civica, non condivide la posizione defilata, o contraria dei suoi colleghi rispettivamente Alberto Ferrini e Marco Buselli. «Se vogliamo evitare che le deleghe di forestazione, protezione civile, aree protette, agricoltura siano trasferite a Provincia e Regione dovremo essere in grado di ereditarle e questo può avvenire solo con la trasformazione in Unione dei Comuni», spiega. Che vuol dire continuare ad avere la gestione politica delle funzioni, e quindi del territorio.
«In questo momento è necessario raccogliere in modo chiaro le adesioni. La commissione creata ad hoc per redigere la bozza di regolamento dello statuto dell’Unione ha finito il lavoro. Adesso la bozza è stata inoltrata a tutte e 5 le amministrazioni che entro l’8 di novembre si dovranno pronunciare su eventuali osservazioni», continua.
Entro il 21 novembre lo statuto dell’Unione dei Comuni dovrà essere approvato - o meno - nei rispettivi 5 consigli comunali.
«A questo punto dovremo far domanda ufficiale alla Regione di costituzione dell’Unione», aggiunge.
In tempi di crisi le gestioni associate di alcune funzioni vitali delle comunità sono più che mai fondamentali. Per il mantenimento dei servizi e per evitare l’aumento di tasse.
«Si tratta di un importante banco di prova per capire chi ha la volontà o meno di una reale politica d’area del territorio. Noi andiamo avanti anche in 3, innegabile che sentiamo il peso di chi manca».

Da "Il Tirreno" di Giovedì 27 Ottobre 2011

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