giovedì 19 gennaio 2012

Geotermia : Appello a governo e Regione

2009 07 8 19 59 28

Cosvig: «Aziende a rischio se confermati i tagli agli incentivi»

 

 

 

POMARANCE Quel che è accaduto con il fotovoltaico, che ha visto entrare in crisi le molte aziende che avevano investito nel settore dopo che erano stati rivisti gli incentivi, potrebbe succede con la geotermia.
È in atto, infatti, una rivalutazione della normativa del settore da parte del governo, che potrebbe far uscire dal processo di liberalizzazione le numerose realtà che avevano chiesto permessi di ricerca.
La Toscana è l'unica regione che sfrutta questo genere di energia. Il decreto legislativo 22 del 2010 aveva aperto il mercato, togliendo il monopolio a Enel e favorendo una decina di aziende nell'intraprendere la ricerca sulla bassa e media entalpia. Ben 150 i progetti. Un investimento quantificato per oltre un miliardo di euro in 10 anni.
In Valdicecina, il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (Cosvig) ha presentato un permesso di ricerca a Montecatini e uno a Radicondoli, in provincia di Siena, ma in un’area confinante.
«Abbiamo fatto un'assemblea con le aziende che hanno investito – dice il presidente di Cosvig Piero Ceccarelli – e ne è emerso un grosso timore da parte di tutti. Il rischio è che investire nella ricerca per sfruttare temperature sotto i 150 gradi per produrre energia elettrica e termica non sia più conveniente. Solo per presentare la documentazione di accompagnamento della richiesta alla Regione servono 50mila euro. Poi occorre creare dei gruppi di lavoro, le strutture e realizzare i pozzi per sondare il terreno che costano tra i 300mila e i 400mila euro».
Che aggiunge: «Una volta giunti alla fine della ricerca si può cominciare a produrre e ottenere il certificato di energia verde che serve per rientrare dell'investimento iniziale».
Da qui la richiesta al governo e alla Regione: «Abbiamo approvato e inviato un documento ai ministeri dello Sviluppo economico e a quello dell'Ambiente, oltre che al presidente della Regione e all'assessorato regionale all'Ambiente – spiega Ceccarelli –.
Chiediamo di poter discutere e di avere voce in capitolo in decisioni che rischiano di ripristinare lo stato di monopolio a favore di Enel. Ma soprattutto di bloccare la ricerca in un settore che sarebbe fondamentale per l'abbattimento di costi per aziende e famiglie. Non vorremmo fare la fine del fotovoltaico». L’allarme. «Se dovesse andare avanti questa revisione degli incentivi – conclude il presidente di Cosvig – la stessa Enel avrebbe ripercussioni molto forti».
Anche il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, è preoccupato.

Dal "Il Tirreno" di Giovedì 19 Gennaio 2012

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