domenica 11 luglio 2010

Sul vapore pesano i debiti

Ges rinnova i vertici, l’eredità è un buco di 3 milioni di euro

Il sindaco di Pomarance: «È necessario uscire dalle logiche che l’hanno governata»

POMARANCE. Tre milioni di debito e una ristrutturazione che si pone l’obiettivo di ingrandire il raggio d’azione oltre i confini di Pomarance, sull’intero territorio toscano. Questa la situazione e i propositivi di Geo Energy Service (Ges), la società partecipata dall’amministrazione pomarancina che si occupa del teleriscaldamento da vapore geotermico a 2.400 utenze.

Il rinnovo del consiglio d’amministrazione ha segnato l’inizio di una nuova fase. Al vertice Cristina Nati, che in qualità di presidente sarà coadiuvata da Maurizio Pastori e Francesco Rizzi.

«È il momento di consolidare l’aspetto economico e di valorizzare l’azienda», dice il sindaco Loris Martignoni. Il debito è il fardello che peserà nello sviluppo del progetto. Tre i punti principali, sempre secondo Martignoni: «Rendere gli impianti effettivamente funzionanti, trasformare la società in house in una a partecipazione privata o in una Spa entro il 2011 come da direttiva del garante sulla concorrenza e valutare meglio gli aspetti economici della gestione, uscendo dalle logiche politiche che l’hanno governata finora».

La strada sembra non semplice, ma appare anche l’unica per valorizzare la grande risorsa del territorio, la geotermia. Intanto c’è il buco di tre milioni di euro “costruito” negli ultimi anni. «Una parte sarà ripianata da denaro proveniente dallo Stato sotto forma di credito d’imposta - aggiunge il sindaco - ma il resto dovrà essere assorbito da una gestione radicalmente differente rispetto al passato, attraverso una ridistribuzione economica».

Una nuova vita per Ges, già impegnata nell’adeguamento tecnologico degli impianti, con interventi mirati a servire tutte le utenze allacciate e per consentire, oltre alla fruibilità del servizio nel periodo estivo, una maggiore flessibilità del servizio. «Stiamo lavorando per superare le criticità - sostiene Martignoni - in modo da creare una società che sappia valorizzare al meglio una delle ricchezze più importanti della Valdicecina».

Da "Il Tirreno" di Domenica 11 Luglio 2010


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